Anem’ Amar’, un rapper del sapore internazionale si racconta in questa breve intervista

anem2-copia194Anem’ Amar’, noto rapper della scena partenopea ci racconta che nei suoi testi c’è sicuramente la sua amata Napoli, ma anche le problematiche comuni a tutte le metropoli

Il rap è un genere musicale legato alla cultura hip hop, che nasce verso la fine degli anni sessanta negli Stati Uniti d’America, in Italia arriva una decada dopo.

Dopo un periodo di crisi attorno ai primi anni duemila, negli anni seguenti il rap italiano ha riscontrato una notevole crescita commerciale con il lancio mediatico di numerosi rapper, la nascita di diverse competizioni di freestyle e la diffusione tramite internet e le diverse piattaforme mediali.

Quello fa sicuramente la differenza tra il rap e gli altri generi musicali, non è solo il ritmo e la tecnica vocale, ma la forza che trasmettono i rapper nel raccontare la storia dietro i testi, storie legate per lo più alla realtà socio-culturale e i problemi a esso legati, raccontati in rime baciate, assonanze-consonanze ed allitterazioni.

E sicuramente questo ragazzo, cui nome d’arte è: Anem’ Amar’, di forza e di passione nel raccontare le storie dietro i testi delle sue canzoni, dietro questo suo doppio disco “Mare di plastica” del sapore internazionale, disponibile in tutti i negozi di dischi ed in digital download, ne ha veramente tanta!

Intervista con Anem’ Amar’

 

Come nascono i testi delle tue canzoni? In quali ambienti sei immerso quando pensi al testo di una canzone?

In genere racconto me stesso, spesso rispecchiando il mio stato d’animo, altre volte invece racconto una storia. Non uso mai il rap per offendere, cerco di dire la mia ma pensando a 360°.

Qual è la connessione tra la tua amata Napoli e le tue canzoni?

Nei miei dischi affronto tematiche sociali ma non solo. C’è naturalmente Napoli nei miei testi ma racconto delle problematiche comuni a tutte le metropoli.

Hai studiato pianoforte, hai interesse per qualche altro strumento musicale? In futuro quale altro strumento ti piacerebbe suonare?

Ho avuto la fortuna di studiare il pianoforte con il Maestro Emilio Campassi ma per poco tempo purtroppo. Adesso mi sembra un po’ tardi per imparare un nuovo strumento, diciamo che ora mi diverto a comporre dei beat sui quali cantare.

Parlaci del tuo doppio disco “Mare di plastica”. Come mai la scelta di questo nome?

Mare di plastica è anche il titolo di uno degli 11 inediti del disco. La scelta di intitolarlo così è dovuta alla piaga dell’inquinamento ambientale, problematica che sento molto. I nostri mari sono cumuli di plastica.

Quale accoglienza ti aspetti da questo doppio disco “Mare di plastica”?

Il disco sta andando bene e sto avendo molti riscontri positivi da parte chi lo ha già ascoltato.

Proprio per l’internazionalità di questo doppio disco, con linee vocali in italiano e in inglese; Ti piacerebbe conquistare scenari anche lontani dall’Italia?

Assolutamente! Spero di portare Mare di plastica anche fuori i confini italiani, sarebbe una bella soddisfazione.

Il rap è un genere musicale che nasce proprio per toccare diverse tematiche sociali, che è quello che contraddistingue anche le tue canzoni. Qual è il messaggio secondo che il rap oggi deve lanciare?

Il rap ha per lo più un pubblico di giovanissimi per cui deve essere educativo. Io sono una persona semplice e dico cose semplici: non sono uno che elogia né il lusso né il maschilismo.

Progetti che vuoi anticiparci?

Promuovere il disco Mare di plastica attraverso i media e tanti live e tornare presto in studio di registrazione per un nuovo lavoro.

 

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