Due fratelli che amano le nuove sfide, si raccontano in questa intervista: I BLONDE BROTHERS

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In questa intervista, I Blonde Brothers, all’anagrafe Francesco e Luca Baù, due fratelli di Asiago, che amano viaggiare, ascoltare diversi generi musicali e soprattutto fare musica: ci raccontano un po’ il loro percorso musicale, il loro primo approccio con la musica, il successo del loro nuovo singolo “Libera”, e anche i nuovi progetti per il futuro.

D: Dopo “Feeling blue” e “Flyng like a bird” tornate sul mercato con un singolo completamente in lingua italiana. Come mai questa scelta?

R: Diciamo che essendo in Italia, abbiamo voluto questa volta fare un singolo italiano per farci conoscere e capire meglio dalle persone che ci seguono nel nostro percorso musicale.

D: Ho ascoltato libera, che sicuramente lancia un messaggio di lasciare andare una persona, proprio come manifestazione d’amore. A voi è mai capitata una storia simile? Vi rivedete in questo brano?

R: Diciamo che lo stiamo vivendo anche in questo momento e quindi è una cosa che sentiamo proprio dentro e Luca Sala, l’autore del testo, ha voluto proprio immortalare quella libertà che si lascia alle persone quando si ama veramente. Poi pensiamo che una canzone è sempre interpretabile ed è bello così.

D: A proposito di questo brano, Libera. Qual è stata l’accoglienza da parte del pubblico?

R: Al pubblico è piaciuto tantissimo, ed è stato in classifica su iTunes. Siamo contenti anche che tutti i nostri followers ci abbiano fatto i complimenti, perché innanzitutto capivano il testo, e poi Libera è una canzone che si memorizza velocemente.

D: Pensate che i social siano importanti per la diffusione della vostra musica?

R: Noi siamo molto social. Infatti pensiamo che i social siano indispensabili, perché ci danno un rapporto con il pubblico e ci permettono di interagire parecchio con chi ci segue. C’è sempre un rapporto dare-avere su questi social.

D: A proposito, adesso un brano in lingua italiana e i precedenti in inglese, in futuro vi piacerebbe provare anche un’altra lingua?

R: Noi siamo aperti alle sfide. Crediamo che potremmo usare anche la lingua spagnola. Luca essendo laureato in spagnolo, abbiamo fatto alcune canzoni in spagnolo e chissà… magari in futuro le sceglieremo per fare nuovi singoli.

D: A proposito di musica internazionale, quanto credete sia importante per un cantante ad oggi viaggiare e conoscere nuovi paesi, nuove culture, stare a contatto con cantanti di diverse nazionalità proprio per arricchire il proprio bagaglio culturale e anche musicale?

R: Secondo noi, viaggiare e conoscere nuovi paesi è fondamentale. Infatti noi ascoltiamo molta musica che viene dall’estero. E abbiamo avuto l’occasione anche di approfondire questo scambio fra culture quando siamo andati in Australia a fare un tour, e lì è stato veramente eccezionale vedere i musicisti australiani, parlarci assieme e lavorare anche con loro per creare nuove canzoni. Per cui crediamo che lo scambio culturale è sicuramente importante per un’artista oggi.

D: Quali sono state le vostre influenze artistiche? Quali sono i vostri generi preferiti?

R: Vogliamo raccontarvi anche un aneddoto. Quando noi eravamo piccoli, nostro padre è andato a los Angeles e ci ha portato a casa un sacco di dischi della musica West coast, e quindi forse abbiamo preso molta ispirazione da questo genere musicale. In ogni caso abbiamo sempre ascoltato di tutto. Il genere che ci viene più spontaneo è il country, il nostro genere è un po’ elettro country, tendente anche al pop. Ci piace anche il rock e il folk. E come artisti ci piacciono gli Eagles, gli Simon & Garfunkel, gli American, però anche artisti più recenti come Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Ligabue. Diciamo che cerchiamo di ascoltare tutti.

D: Parliamo un attimo degli strumenti che accompagnano i vostri brani. Suonate qualche strumento?

R: Noi due siamo chitarristi, abbiamo iniziato insieme ad andare a scuola di chitarra. Luca suona anche il piano forte e all’interno delle nostre canzoni abbiamo dei turnisti che suonano la batteria, il basso. È stupendo anche mettersi a casa con la chitarra e accompagnare le serate insieme ad amici e parenti.

D: Cosa ne pensate dei talent show? Consiglieresti mai ad un ragazzo, ragazza, band, di partecipare per emergere?

R: Diciamo che i talent show sono una bellissima avventura per farsi notare. Però la cosa importante da fare nella musica è creare un progetto, farsi le canzoni. Forse nei talent show manca un po’ questo. Per cui pensiamo che in realtà, un’artista viene fuori quando fa qualcosa di inedito, di suo. Comunque siamo propensi perché sembra che adesso in qualche talent show, si dia spazio anche alle canzoni dei candidati.

D: Cosa consigliate ai giovani che vogliono approcciarsi al mondo della musica? Reputate che lo studio della tradizione classica musicale sia ancora fondamentale?

R: Forse per certi strumenti sì, ma non bisogna mai dimenticare il moderno, perché con il moderno si sta al passo con i tempi e si sente la temperatura della musica diciamo. Chiaramente avere delle basi non è mai sbagliato. Noi consiglieremo vivamente di andare a lezione da un maestro inizialmente, perché ci sono tanti tutorial su piattaforme come Youtube per esempio, ma a volte si trova a imparare tecniche sbagliate.

D: Come ultima domanda, domanda classica per chiudere un’intervista. Avete qualche progetto in futuro? Qualcosa che volete anticiparci.

R: Faremo un album prossimamente, album che raccoglierà gli ultimi tre singoli (Feeling blue, Flyng like a bird, e adesso Libera). E poi ci saranno nuove canzoni, sia in inglese che in italiano che pian piano completeranno l’album.

Volevamo ringraziarvi dell’intervista e invitiamo tutti a seguirci nel nostro percorso musicale e artistico e Augurarvi buone feste!

 

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